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PARROCCHIA DI S.AMBROGIO
DIOCESI DI CHIAVARI
Salita S. Ambrogio 31
16035 ZOAGLI (GE)
Tel. 0185 51612
BREVE STORIA

È opinione avvalorata dalla tradizione, ormai secolare, che la prima chiesa sul colle sia stata costruita dai milanesi poco dopo la canonizzazione di S. Ambrogio nel secolo ottavo.

Inizialmente l'attuale chiesa, che somigliava molto per grandezza e stile a quella attuale di S. Pantaleo, era ad una sola navata; poi, perché insufficiente a contenere la sempre crescente popolazione, si aggiunsero alla navata centrale due navate laterali.

Nella configurazione attuale misura 15 metri e 25 centimetri in larghezza, mentre in lunghezza ne conta 24 e 50. L'altare maggiore risale all'anno 1707; così pure l'altare dedicato alla Madonna del Rosario.

Una sera, sul finire del 1895, come si legge nelle cronache parrocchiali, imperversando un furioso temporale, un fulmine squarciò una parte del soffitto, rovinando l'organo e la cantoria. L'organo era stato ricostruito nel 1857 da Antonio Bianchi di Rapallo. Il primo organo collocato nella chiesa risaliva all'anno 1798.

Nel 1874 il figlio di Antonio, Camillo, rifaceva la cassa in legno, molto bella, intarsiata e finemente decorata in oro. La commissione per la tutela degli organi artistici, in data 31 marzo 1967, lo definiva "(...) uno stupendo esemplare della organaria italiana ottocentesca".

Il prevosto Viacava, nel 1896, prese occasione dal rifacimento del soffitto ed elevò la navata centrale di 2 metri; dette aria e luce alla chiesa aprendo quattro finestroni e rinnovò la facciata.

Attualmente vi sono tre altari: quello centrale in bronzo, uno a destra ed uno a sinistra, sul fondo delle due navate laterali, sono stati sostituiti, in modo razionale e consono allo stile della chiesa, con affreschi raffiguranti il Transito di Giuseppe, Nostra Signora di Montallegro, S. Antonio, S. Luigi, S. Francesco e S. Teresa.

Nel 1916 furono realizzati i pavimenti in marmo del presbiterio e del coro.

Nel 1919 venne indorata la chiesa e l'orchestra.

Nel 1922 fu rifatto in quadrello di cemento rosso-nero e bianco il pavimento della sacrestia, che costò la somma di lire 2.000.

Nel 1923, per interessamento del parroco, fu introdotta per la prima volta nella Chiesa la luce elettrica, di cui furono pure dotate la canonica, l'abitazione del curato e le case vicine.

Nel 1940 i fratelli Moletto provvidero a loro spese al rivestimento in marmo dell'abside.

Dal 1965 al 1977, in più riprese, furono rifatti tutti i tetti della Chiesa.

Nel 1981 furono restaurate varie parti pericolanti, specialmente le volte interne, come pure la facciata ed il perimetro esterno, con il rinnovo quasi totale delle cornici, dei capitelli e delle lunette, dando all'insieme un aspetto assai gradevole ed armonico.

L'interno del tempio fu rinnovato ed abbellito dal 1981 al 1987 grazie all'opera di Nicola Neonato, uno dei maggiori artisti liguri (1912-2006) e, senza
dubbio, di valore nazionale.

Neonato

Sopra l’ingresso, lo splendido organo del 1874 costruito dalla ditta Bianchi di Novi Ligure, giunto a noi integro nelle sue parti foniche e meccaniche trasmissive, restaurato nel 1991 dalla ditta fratelli Pedrazzi di Broni. Numerosi concerti si tengono all’interno della Chiesa ogni anno, soprattutto in estate con grande affluenza di pubblico ed esperti.

Organo

In fondo alla navata centrale domina il bel altare del 1707, in marmi policromi e colonnine tortili in marmo rosso di Verona di finissima fattura. È sormontato dal prodigioso quadretto della Madonna della Salute, festeggiata la seconda domenica di agosto, molto venerata dalla popolazione, soprattutto dalla gente di mare, come testimoniano numerosi ex-voto.

Interno

Al centro del presbiterio è collocato il nuovo altare, è una forte e ardita opera in bronzo dell’artista ligure Nicola Neonato che ha voluto, in una sintesi poderosa e viva, celebrare la figura e l’opera di Ambrogio di Milano. Nel pannello centrale la scelta e la proclamazione di Ambrogio a Vescovo con a destra la condanna degli eretici e a sinistra la cacciata dell’imperatore Teodosio dal tempio. Sul lato destro Ambrogio che dona i suoi beni ai poveri e sul lato sinistro l’invenzione dei santi Gervasio e Protasio. I quattro evangelisti chiudono ai quattro angoli le scene che si muovono nei pannelli e sorreggono la mensa che reca didascalie illustrative dell’opera.

Mensa

Sul lato sinistro di guarda il nuovo altare, troviamo un artistico ambone o leggìo in bronzo, ancora dello scultore e pittore Neonato. È interessante notare l’idea che guida la mente e la mano dell’artista che ha voluto significare la continuità del mistero della salvezza dall’antico al nuovo testamento: da Isaia a Cristo, agli apostoli.

Ambone

Sul lato destro un’esile crocifisso in bronzo con ai piedi la Madonna e S. Giovanni Evangelista, sempre del Neonato.

Chiude l’abside un ben conservato coro ligneo del ‘600.

Nella navata di destra, per chi guarda dall'ingresso, l’artista ha rappresentato con vigore la vita dei santi, così come in quella di sinistra, più interessante per il fonte battesimale in marmo policromo e per l’altare del 1700 con la splendida statua lignea della Madonna del Rosario del ‘700, attribuita al Maragliano. Attorno alla statua, 15 tavolette rappresentanti misteri del Rosario, opera di ignoto pittore genovese del 17° secolo.

AltareAltare dx 2Altare sx 1


Nelle cupole delle navate laterali sono raffigurate: l'Annunciazione, la pesca miracolosa, il Battesimo di Gesù, la discesa dello Spirito Santo.

Sulla parete di destra del presbiterio, il grande quadro della Madonna del Rosario con Pio V e Sant’Elena, mentre sulla parete di sinistra risalta la Madonna con Bambino e i santi Bernardo, Francesco e Stefano attribuita a Pietro Ansaldo o, secondo un’antica tavola, allo Strozzi.

LE PITTURE

Abside

Al centro del catino troviamo la nascita del Redentore con l'Adorazione dei Magi e dei Pastori, a destra Gesù tra i dotti, a sinistra la fuga in Egitto. L'abside si conclude con la rappresentazione della SS. Trinità e la trionfale Resurrezione di Cristo, Gesù nell'orto e la cena di Emmaus.

Catino

Navata centrale

Un grande affresco di oltre duecento metri quadrati e con trecento figure, domina la volta centrale e rappresenta il discorso della montagna.

Il vasto dipinto si avvale di una freschezza di dati cromatici non comuni, mentre l'insieme vive del contrasto fra la serenità di Cristo e le schiere dei Santi con il dolore e la sofferenza umana.

Discorso della Montagna

Nelle vele dei finestroni sono raffigurate le opere di misericordia corporali e spirituali.

Sul frontone che divide la navata centrale dal presbiterio si ammirano la figura di S. Ambrogio e la traslazione dell'immagine di N.S. della Salute dalla cappella di Marina di Bardi alla chiesa parrocchiale.

Sopra il frontone dell'organo il giudizio universale conclude gli affreschi della navata centrale.

All'esterno si può ammirare il campanile, costruito nel 1672.

Campanile

Il capomastro fu Domenico Valle di Genova; mastro di ponti fu Nicolò e poi ci fu un mastro di calcina ed un fornaro.

Nei lavori, che durarono molti mesi, furono usati 49 moggi di calcina.

Le campane vennero innalzate in numero di tre nel 1773.

Un nuovo concerto di campane, fuse dalla ditta Barigozzi di Milano, fu inaugurato e benedetto il 5 febbraio 1928 da mons. Giovanni Nestori di Rapallo, delegato dal Vescovo.

Le campane furono 5 per un peso complessivo di 3.424 kg così suddivise:

la prima in re naturale di kg. 1.210 dedicata ai 12 caduti della parrocchia nella guerra 1915-1918;

la seconda di kg. 834,5 dedicata a Cristo Re;

la terza di kg. 574,5 dedicata a S. Ambrogio;

la quarta di kg. 473,5 dedicata alla Madonna del Rosario;

la quinta di kg. 331,500 dedicata alla Madonna della Salute.

Nel 1967 venne installato l'impianto elettrico delle campane e dell'orologio.

Il campanile ha subito nel 1980-81 un restauro generale straordinario interno ed esterno con rifacimento di cornicioni, lesene e sostituzione delle grondaie in ardesia, e coloritura.

Nel 1982 per iniziativa dei parrocchiani il concerto di campane è stato completato, portandolo a dodici. È stato benedetto da S.E. Mons. Daniele Ferrari, Vescovo di Chiavari, il giorno 8 agosto 1982.

Titolo delle nuove campane Padrini: SOLARI Michele - CEVASCO Assunta

la sesta, alla Vergine di Montallegro perché ripeta al di sopra degli ulivi d'argento il saluto dell'Angelo, "Ave Maria";

la settima, al Cuore di Gesù e di Maria perché avvolga nel suo manto le Suore ed i bimbi della Scuola Materna;

l'ottava, al glorioso S. Pantaleo perché canti nei secoli la bellezza di una fede che ha vinto il mondo;

la nona, a S. Bernardo incomparabile cultore della Vergine Maria perché ricordi al mondo immemore le virtù della Madre di Dio;

la decima, a S. Maria Maddalena perché faccia sentire a noi peccatori la potenza ed il calore delle lacrime versate per amore di Dio;

l'undicesima, a S. Isidoro contadino perché renda fecondo il solco tracciato dalla mano dell'uomo e ferace la terra benedetta da Dio;

la dodicesima (Padrino: BIGGINI Aldo), a S. Luigi di angelici splendori adorno perché mostri ai nostri giovani un lembo di paradiso.

Incastonati nella facciata risaltano i tre portali in bronzo, opera recente dell’artista rapallese Nicola Neonato. Quello centrale, inaugurato nel 1994, è diviso in dieci quadri rappresentanti scene sacre, dall’annunciazione, alle nozze di Cana. Il settimo pannello è legato alla storia di questa chiesa e raffigura il trasporto del quadretto della Madonna della salute, co-patrona della parrocchia, dalla cappella di Bardi alla sua sede attuale. Sul portale di destra è raffigurata, sotto l’apparizione della croce a Costantino, la vita di San Pantaleo. Sul portale di sinistra è rappresentata l’apertura dell’anno santo 2000 e sotto, la vita di San Bernardo.

Infine il piazzale che calpestiamo, opera del grande architetto di giardini e del verde, Pietro Porcinai, è realizzato con ciottoli bianchi e neri presi dal mare e vuole rappresentare l’incessante movimento delle onde che si increspano e frangono, lambendo i muretti perimetrali e la bella facciata della Chiesa.

Sagrato